La laparoscopia è una tecnica in grado di consentire lo studio degli organi della cavità addominale eseguita con il laparoscopio (strumento rigido simile ad un telescopio collegato ad una fonte di luce ed ad una telecamera).

Dapprima si procede con l’immissione di anidride carbonica nella cavità addominale in modo da distanziare i vari organi, poi si introduce lo strumento per mezzo di una piccola incisione nella parete addominale (in regione ombelicale). In seguito si introducono, tramite incisioni accessorie in numero di 3-4, gli strumenti chirurgici.

Questa tecnica consente l’esecuzione di interventi chirurgici in presenza di:

– tumefazioni pelviche (cisti ovariche,  miomi, patologia tubarica);
– dolore pelvico (endometriosi, aderenze addomino pelviche);
– malattia infiammatoria pelvica (PID);
– gravidanza extrauterina;
– problemi d’infertilità;
– tumori apparato genitale femminile (tumore dell’endometrio, dell’ovaio, della cervice).

Il dolore post operatorio è molto ridotto in confronto ad un intervento con tecnica chirurgica tradizionale. Ha una degenza più breve ed un ottimale risultato estetico.

Nel post operatorio si può accusare una dolenzia nella regione della spalla che si può irradiare al braccio ed un senso di meteorismo intestinale a causa del gas di distensione e con possibili perdite ematiche vaginali.

Si può riprendere una moderata attività fisica, a seconda delle condizioni psicofisiche della paziente, dopo 3-4 giorni e la ripresa di una normale attività fisica dopo 2- 4 settimane.

Si intende la tecnica chirurgica che si esplica attraverso una incisione chirurgica della parete anteriore dell’addome che consente l’accesso alla cavità addominale.

In ginecologia, le incisioni possono essere longitudinali ombelico- pubica o xifo-pubica o trasversali (incisione trasversale inferiore di Pfannestiel).

La via laparotomica viene utilizzata per interventi di isterectomia, miomectomia, patologie tumorali, anche se le tecniche endoscopiche la stanno soppiantando.