L’isterectomia laparoscopica è l’intervento di rimozione dell’utero eseguito per via laparoscopica con 4 piccole incisioni di circa 5 mm a livello addominale.

L’isterectomia rappresenta, per frequenza, il secondo intervento chirurgico ginecologico, preceduto solo dal taglio cesareo.

In Italia il tasso di isterectomia nelle donne tra i 40 e i 70 anni si aggira intorno al 15%.

Circa il 90% delle isterectomie vengono eseguite per condizioni benigne per le quali la terapia medica è impossibile o si è dimostrata inefficace, oppure viene rifiutata dalla paziente.

Le principali indicazioni benigne sono:

  • fibromatosi che determina sanguinamento uterino anomalo (40%);
  • endometriosi/adenomiosi che può causare:
    • dismenorrea (dolore durante le mestruazioni);
    • dispareunia (dolore durante i rapporti);
    • dolore addominale cronico;
    • sanguinamento uterino anomalo;
  • prolasso pelvico.

Tipologie di isterectomia

Isterectomia Subtotale
 in cui viene asportato il corpo dell’utero, lasciando la cervice.

Isterectomia totale
 in cui viene asportato tutto l’utero, associata sempre a salpingectomia bilaterale (asportazione delle tube).

Isterectomia totale
 con annessiectomia bilaterale,
in cui è prevista l’asportazione dell’utero, della cervice, delle tube e delle ovaie.

Isterectomia radicale
 in cui viene asportato tutto l’utero, le ovaie e la cervice.

La tipologia di intervento va comunque discussa con il chirurgo, che valuterà il caso nella sua specificità, tenendo in considerazione la salute generale della paziente.

Non esistono in letteratura dati che evidenziano significativi vantaggi dell’isterectomia subtotale rispetto all’isterectomia totale in termini di riduzione dei tempi operatori, riduzione della perdita di sangue e del dolore post-operatorio, outcome sessuale o migliore funzionalità intestinale o vescicale.

Inoltre, la donna dovrà continuare a sottoporsi a periodici controlli di screening, pap test ed eventuale colposcopia, per la prevenzione del tumore al collo dell’utero.

Isterectomia: le 4 tecniche chirurgiche

L’isterectomia può essere effettuata tramite 4 approcci chirurgici differenti:

  • laparotomica (tramite una incisione longitudinale o trasversale);
  • vaginale;
  • laparoscopica;
  • laparoscopica roboticamente assistita.

La scelta del tipo di approccio chirurgico in caso di patologia benigna può essere influenzata:

  • dalle dimensioni dell’utero;
  • dalla presenza di comorbilità della paziente;
  • dalla necessità di ulteriori procedure simultanee;
  • dalle abilità tecniche del chirurgo;
  • dalle risorse tecnologiche della sala operatoria.

L’isterectomia laparoscopica

L’isterectomia laparoscopica è l’intervento di rimozione dell’utero eseguito per via laparoscopica con 4 piccole incisioni di circa 5 mm a livello addominale.

La durata dell’intervento è di circa 1-2 ore.

Dopo un intervento d’isterectomia laparoscopica, il ricovero ospedaliero previsto ha una durata di circa 2 giorni.

Tra i rischi intra e post-operatori correlati all’isterectomia, figurano:

  • emorragia;
  • sviluppo di infezioni a livello delle ferite chirurgiche;
  • danno a uno degli organi localizzati vicino all’utero (ureteri, vescica e intestino);
  • trombosi venosa profonda ed embolia polmonare;
  • prolasso vaginale e fistola vaginale;
  • complicazioni associate all’impiego dell’anestesia generale (ad esempio reazione allergica all’anestetico, danno nervoso).

L’isterectomia laparoscopica ha numerosi vantaggi in quanto l’invasività è minima:

  • degenza ospedaliera più breve;
  • minore dolore postoperatorio;
  • minori esiti aderenziali postintervento;
  • tasso più basso di infezione;
  • ripresa rapida alle attività quotidiane;
  • miglior risultato estetico.

L’annessiectomia

In caso di isterectomia per patologia benigna, l’annessiectomia, ovvero la rimozione delle tube e delle ovaie, viene valutata caso per caso.

Salpingectomia

In caso di isterectomia, la salpingectomia, l’asportazione delle tube profilattica, è obbligatoria in qualsiasi occasione di chirurgia addominale (laparoscopia o laparotomica).

Ovariectomia

Diversamente, l’ovariectomia profilattica dovrebbe tener conto dell’età della paziente, dello stato riproduttivo o menopausale, o di fattori di rischio specifici, come la storia familiare di carcinoma della mammella o dell’ovaio, o mutazione a carico del gene BRCA.

Una corretta personalizzazione del trattamento è fondamentale perché, se da un lato la rimozione degli annessi previene il tumore ovarico, dall’altro anticipa la menopausa, che presenta sintomi caratteristici come:

  • vampate;
  • secchezza vaginale;
  • sudorazione notturna;
  • dolore nei rapporti sessuali;
  • osteoporosi;
  • aumento dell’incidenza di patologie cardio-vascolari e metaboliche;
  • tachicardia;
  • peggioramento dell’umore.

Quando è indicata l’isterectomia laparoscopica

L’isterectomia laparoscopica, differentemente dalla tradizionale tecnica laparotomica, va considerata tenendo conto di eventuali controindicazioni relative.

Per cui, è necessario valutare:

  • caratteristiche dell’utero (dimensioni e forma);
  • accessibilità dell’organo (paziente nullipara o virgo con utero di grandi dimensioni);
  • precedenti interventi laparotomici;
  • situazioni psicologico-motivazionali;
  • condizioni costituzionali (es. l’obesità);
  • esperienza del chirurgo.

Non tutti i chirurghi, infatti, praticano l’isterectomia in laparoscopia, per questo è buona norma informarsi prima di procedere.

Esistono infatti, come detto sopra, tecniche differenti, che prevedendo accessi diversi e invasività differenti, come:

  • l’isterectomia addominale laparotomica (senza laparoscopia), indicata per grandi uteri e per un controllo diretto delle strutture pelviche;
  • l’isterectomia vaginale, che prevede la rimozione dell’utero tramite la vagina.